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martedì 21 agosto 2007

Libri, siti & co. - Scusa ma ti chiamo amore



Scusa ma ti chiamo amore”, il terzo romanzo di Federico Moccia, ha avuto un’accoglienza molto diversa dai lettori, perché si presta ad essere amato o odiato senza mezze misure. Chi apprezza i consueti pregi di Moccia (le atmosfere di strana complicità dei protagonisti e la scorrevolezza della storia) amerà anche questa opera.
Altrimenti sarà odio.

Certo è che Moccia per la terza volta parla della stessa generazione: la sua.

La favola della diciassettenne Niki e di Alex di quasi venti anni più vecchio di lei è adorata dagli adolescenti, ma appare molto più come la storia di Alex, che quella di Niki.

Perché il romanzo più che spiegare il mondo giovanile della Roma delle feste rave, si addentra nelle nevrosi degli uomini trenta – quarantenni di oggi. Se Alex, il protagonista, fosse chiamato a fare un bilancio della sua vita parlerebbe del suo lavoro, del difficile rapporto con la propria compagna, forse accennerebbe alla gelosia, si indignerebbe per il tradimento intrecciato con questioni di ufficio, confesserebbe il sogno dei suoi amici e, in fondo anche suo, di fuggire dalla noia delle proprie responsabilità, grazie a una storia di sesso con una liceale. Descriverebbe in questo modo una vita talmente ordinaria, da essere reale, nella quale tanti possono riconoscersi.

Certo lui parlerebbe anche e soprattutto di Niki, la ragazza allegra, fragile e forte, che si è scontrata con la sua vita, dandogli il coraggio di fare alcune scelte. Una storia d’amore di oggi che nasce tra i gelsomini di una terrazza romana e aspira all’eternità in un faro dell’isola del Giglio


Ma quanti lettori del romanzo scommetterebbero sulla durata di una storia così? Un rapporto dove lei si scusa di chiamarlo amore e lui rimane colpito dall'essere chiamato in questo modo?

In effetti il lettore mentre scorre le pagine darà inconsciamente per scontato l’amore di Niki per Alex, ma si chiederà almeno una volta se Alex ama davvero Niki.

Il lavoro di Alex, che è creativo in una agenzia di pubblicità, occupa molto spazio nel romanzo, ma è reso in modo fumettistico, mentre le atmosfere "Fast and furious" all'italiana abbastanza presenti nei primi due romanzi, qui sono quasi del tutto svanite.

Lo schema dei romanzi di Moccia è abbastanza semplice e collaudato, una storia d'amore, che rompe una vita ordinaria, dove la prova dell’autenticità del sentimento si esterna in gesti e simboli sociali, che vogliono essere unici ed eccezionali: come avere il coraggio di scrivere il proprio amore sui muri o di andare a conoscere la madre della tua nuova ragazza di venti anni più giovane di te. Gesti che, a pensarci bene, non sono poi così eccezionali.

Ma l'amore è davvero soltanto una ordinaria straordinarietà?

Paolo Cianfoni

rowland_rick foto




pubblicato su "L'Urlo" di Settembre 2007