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sabato 19 maggio 2007

Libri, siti & Co. - "Il Codice da Vinci"

Occuparsi di lettura con lo spirito giovane e frizzante de “L’urlo” è una bella sfida. Una recente indagine ha “scoperto” che più della metà degli italiani non legge (ce lo immaginavamo), ma una buona fetta di questa metà non legge per scelta! Pensa infatti che il “lettore” sia un tipo noioso, anaffettivo, presuntuoso e pieno di dubbi (becchiamoci questa!).

No, no… Noi lettori non siamo così! Però, a pensarci bene, le pagine culturali dei quotidiani spesso fanno l’effetto “arte contemporanea”, dove un taglio sulla tela non è un taglio-sulla-tela, ma è la poetica dello spazio, dove perfino la goliardata di Piero Manzoni, la famosa opera “Merda d’artista” non è la presa in giro del mercato dell’arte, ma nasconde chissà quali significati trascendenti e assoluti. In effetti le pagine culturali spesso sono talmente culturali da essere incomprensibili, noiose e inutilmente complicate.



Per riscattarci ci sforzeremo di parlare di libri (e anche di internet e di giornali) con chiarezza e semplicità. Interessandoci un po’ di tutto, senza essere schizzinosi, con lo spirito leggero di chi legge una rivista mentre beve un caffè.

Partiamo forte allora, con il successo mondiale di Dan Brown, quel “Codice da Vinci” che qualche anno fa con ingredienti semplici (una setta, un assassino, una grande figura storica, una istituzione secolare - la chiesa cattolica e una presunta verità che sarebbe stata per secoli sotto gli occhi tutti) ha venduto 17 milioni di copie.

La critica lo ha demolito (e avrà le sue buone ragioni), ma oggi a qualche anno di distanza forse si può fare un discorso più pacato. Il primo aggettivo che mi viene in mente è moderno. I libri di Brown sono moderni nel linguaggio e nell’intreccio. Sembrano copioni cinematografici, l’azione è essenziale. Brown riesce a dare la sensazione dello svolgersi simultaneo degli eventi. Un po’ come quando lavori al computer e tieni aperte più finestre nella “barra delle applicazioni di windows”: salti da una all’altra avendo la sensazione di fare più cose simultaneamente (multitasking). Allo stesso modo Brown salta da un capitolo all’altro e fa avanzare situazioni diverse e lontane verso un atteso ricongiungimento. Cosicché il lettore è incollato al libro e un capitolo tira l’altro. Non sono tanti i libri che fanno lo stesso effetto, anche tra quelli ben più solidi e apprezzati dalla critica.

Nel prossimo numero de “L’urlo” riprenderemo questo viaggio nei libri di Dan Brown.
Paolo Cianfoni








pubblicato su "L'Urlo" di Febbraio 2007

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